mercoledì 26 gennaio 2011

Qualunquemente (Recensione)


Fare un film su Cetto La Qualunque, fortunato personaggio creato da Antonio Albanese, non era cosa facile: il rischio di scadere nel kitsch e nella volgarità gratuita era dietro l'angolo.

Infatti, Qualunquemente, è l'apoteosi del kitsch!

Colori sgargianti, dialoghi sboccati e cialtronaggine che si respira in ogni scena.

Tutto ciò sarebbe stato inutilmente sgradevole e fine a se stesso, se non fosse per il fatto che (purtroppo) crea un affresco dettagliato e nemmeno tanto caricaturale dell'Italia di oggi.

Ottima la cruda interpretazione di Albanese, meno riusciti forse gli altri personaggi, come il consulente finto milanese del pur bravo Sergio Rubini, di cui alla fin fine non si capisce l'utilità nell'economia del film.


Nella foto, Cetto La Qualunque sfoggia uno dei suoi completi
meno appariscenti...

In definitiva un film buono, forse non per tutta la famiglia, e che oggi ha più il sapore di un documetario che di un film d'invenzione.

Anzi, Cetto La Qualunque, visto oggi, sembra quasi troppo delicato...

Forse ci si aspettava di ridere di più, e in diverse scene si ride, ma di un riso amaro, perché si ride della realtà e la svolta buonista o il finale positivo non arrivano.

E forse è giusto così perché nella reltà un finale non c'è.

Se un cambiamento ci sarà, nel film non se ne fa cenno.

E manco nella realtà, a dire il vero...

P.S.: Segnalo come l'impareggiabile cinema Trinacria di Misterbianco abbia colpito ancora, tagliando almeno cinque minuti dalla scena della conferenza stampa. Grandi. Continuate così.

P.P.S.: Continuo a considerare di gran lunga più esilaranti i comizi singoli di Cetto La Qualunque, di cui vi segnalo, ad esempio, il seguente:

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