E devo dire che, se non fosse per la copertina, ascoltandolo non si direbbe che è un album di Slash.
La formula usata è quella dello Slash & Friends, dove il chitarrista suona con Chris Cornell, con Adam Levine, o con Lemmy dei Motörhead, oppure con Ozzy Osbourne e altri. I nomi ci sono (a parte Fergi dei Black Eyed Peas che c'entra come le patatine fritte sulla torta di compleanno...).
Allora cosa c'è che non mi convince?
Il fatto che questo album non è "Chris Cornell canta su una canzone di Slash", ma è più un "Chris Cornell canta una canzone sua. Ah... ma... quello alla chitarra è Slash! Mannaggia la miseria! Quasi non me ne accorgevo!". Insomma, ognuno si canta la sua canzone e Slash, con tecnica ineccepibile, ci suona sopra la chitarra, ora imitando il sound dei Motörhead, ora quello dei Maroon Five, etc. Diciamo che si poteva chiamare "Il falò di ferragosto di Slash".
Mi sarei aspettato decisamente di più da quest'uomo:
Invece questo album va preso per quello che è: una specie di Tribute Album di Slash ad alcune band che (spero) a lui piacciono, un'operazione commerciale per vendere qualche copia coi nomi dei cantanti.
Voglio anche dire che l'album mi è pure piaciucchiato: qui e la ci sono pure alcune canzoni belle, tra tutte By The Sword con Andrew Stockdale dei Wolfmother, Back From Kali e Starlight con Myles Kennedy e Doctor Alibi con Lemmy.
Però non c'è nessun pezzo da STORIA DEL ROCK.
Io Slash me lo voglio ricordare così:
Ah! I bei tempi...
0 commenti:
Posta un commento